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ORTODONZIA

L’ortodonzia è una branca dell’odontoiatria che comprende la diagnosi e il trattamento delle anomalie della posizione dei denti e delle ossa mascellari.

Bite notturno (branca Ortodonzia)

Presentazione: il bite viene utilizzato per il bruxismo e digrignamento.

Il bite notturno è un apparecchio dentale trasparente realizzato con resine acriliche che viene inserito, durante le ore notturne, tra le due arcate dentali. Un dispositivo che funziona come una specie di cuscinetto tra l’arcata superiore e l’arcata inferiore.
L’utilizzo di questo apparecchio dentale ha molteplici funzioni: la principale è la correzione al problema del Bruxismo, un tipo di disturbo che porta a digrignare i denti fino a farli stridere durante la notte. Si tratta di un fenomeno dovuto alla contrazione della muscolatura masticatoria, un movimento senza uno scopo preciso, spesso dovuto a periodi di intenso stress.
Il bite notturno agisce come una barriera protettiva tra le due arcate dentali, e permette a chi lo indossa di non digrignare o serrare i denti durante la notte.

Grazie al bite notturno è possibile:

  • mantenere il corretto spazio e la corretta distanza tra le arcate dentali all’interno della bocca
  • proteggere lo smalto dai traumi dati dallo sfregamento. Il continuo sfregamento notturno infatti può provocare l’abrasione dello smalto dei denti e l’infiammazione delle gengive
  • scaricare la forza esercitata dai muscoli su di esso piuttosto che sui denti, andando a rilassare in questo modo i muscoli mandibolari e cervicali. Questa funzione è particolarmente importante, in quanto la contrazione dei muscoli mandibolari può provocare dolori alle spalle, alla schiena e al nervo trigemino

Bite Sportivo (Ortodonzia)

Negli ultimi anni tra gli atleti delle più svariate discipline si è sempre più diffuso l’impiego del bite sportivo: un dispositivo intraorale che funge da cuscinetto tra le arcate dentali, anche conosciuto come placca occlusale.
I contatti dentali sono in grado di condizionare la posizione spaziale della mandibola: quindi un posizionamento non corretto della stessa può causare una malocclusione della bocca e avere conseguenze sulla postura.
La postura è determinata dall’insieme delle forze di contrazione e rilassamento dei muscoli del nostro corpo che ci permette di mantenere l’equilibrio, cioè la massima stabilità, con il minimo dispendio energetico. Se le relazioni posizionali del corpo nello spazio sono armoniche il corpo è in equilibrio, se sono alterate si producono dismetrie.
La postura è fortemente condizionata dalla posizione della testa e dai muscoli della masticazione e del collo che sono in stretta relazione tra di loro e interagiscono direttamente con la muscolatura delle spalle.
Negli sportivi di alto livello, anche una minima variazione di equilibrio si può tradurre in variazioni d’intensità della forza e delle capacità di coordinazione, inoltre può provocare l’insorgere di uno stato di tensioni muscolari che si possono ripercuotere negativamente sull’intero corpo, diminuendo le prestazioni atletiche generali.
Dato che nel gesto atletico si tende dunque a stringere i denti per tentare di concentrare tutta l’energia, la presenza di un problema occlusale a livello masticatorio può creare uno sbilanciamento più o meno importante.
Lo squilibrio in un distretto raramente rimane circoscritto ma si trasmette lungo tutta la catena posturale.
Le alterazioni posturali causate, quindi, da un malfunzionamento del sistema cranio-cervico-mandibolare in alcuni soggetti sportivi possono determinare un calo delle prestazioni atletiche ed un aumento degli infortuni, a volte inspiegabili in atleti particolarmente allenati.
Per evitare disturbi muscolari e prestazioni inferiori alle proprie capacità, è necessario, quindi, che l’arcata superiore e quella inferiore chiudano in maniera perfetta.
Ecco, allora, che l’utilizzo del bite sportivo annullando le forze generate dalle contratture muscolari che consumano energia senza produrre lavoro utile, indirizza tutte le sinergie del corpo esclusivamente all’attività muscolare dedicata alla performance.

Ortodonzia mobile: 

L’apparecchio mobile è un dispositivo ortodontico che può essere messo e tolto dal paziente in modo autonomo. Generalmente viene usato in età infantile per realizzare terapie ortodontiche ortopediche, cioè mirate a modificare in maniera programmata la crescita delle ossa mascellari e mandibolari.
Nella maggior parte dei casi l’utilizzo dell’apparecchio rimovibile su denti decidui non elimina la necessità di una successiva terapia ortodontica con apparecchio fisso, tuttavia può ridurne la durata e aiutare a ottenere un migliore risultato estetico e funzionale.
Ci sono tre diversi tipi di apparecchi rimovibili, ognuno con una caratterizzazione specifica:

  • meccanico, sfrutta una forza esercitata da viti, molle e archi per riallineare i denti storti;
  • funzionale, agisce sia sullo spostamento dei denti che sullo sviluppo delle ossa mascellari riuscendo a correggere le malocclusioni della bocca durante l’età dello sviluppo;
  • contenzione, serve per mantenere i denti nella posizione raggiunta alla fine di un trattamento ortodontico.

L’apparecchio rimovibile si realizza in laboratorio sulla base delle impronte dentali del paziente. È formato da una parte in resina acrilica e da elementi in filo metallico, importanti sia per la sua stabilità nel cavo orale sia per dirigere lo spostamento dei denti.
L’apparecchio mobile può essere tolto autonomamente dal paziente durante i pasti e per le operazioni di pulizia ordinarie, tuttavia per ottenere i risultati sperati è necessario indossarlo dalle 14 alle 18 ore al giorno.
Una terapia con apparecchio mobile può durare mediamente 2 anni, ma tutto dipende dal problema da correggere e dalla cura con cui il paziente segue le indicazioni del dentista.
Fino ad ora abbiamo detto che gli apparecchi mobili vengono usati principalmente in età infantile, ma esistono tipi di apparecchi mobili per la correzione di lievi disallineamenti dentali molto apprezzati in età adulta, cioè le mascherine trasparenti.

Ortodonzia fissa: 

E’ il sistema tradizionale per l’allineamento dei denti nell’adulto. Una volta completata la permuta dentale e terminata la crescita facciale (tra i 12 e i 13 anni nella maggioranza dei casi) non è più possibile realizzare dei cambiamenti scheletrici in una struttura stabilizzata e quindi, per correggere la malocclusione, è necessario spostare i denti meccanicamente con apparecchi fissi.
Gli apparecchi fissi sono composti da una parte incollata ai denti (brackets) che accoglie archi metallici in leghe speciali, opportunamente modellati. Gli archi vengono modificati, modellati e sostituiti, in base alle esigenze, fino ad arrivare alla conclusione del caso. Inoltre sono essenziali altre componenti come gli elastici, le molle, le viti e le trazioni esterne.
Possono venire usati brackets metallici, ma è possibile usare altri materiali per la realizzazione di questi attacchi, ad esempio la ceramica. I brackets di ceramica, denominati anche brackets “estetici” presentano una colorazione similare a quella dei denti e pertanto sono meno visibili.
Principalmente gli apparecchi ortodontici fissi vengono utilizzati nei casi di grave disallineamento dei denti perché riescono a spostare gli elementi dentali con ottimi risultati.

Ortodonzia invisibile:

L’ortodonzia invisibile comprende tutti quei trattamenti ortodontici il cui obiettivo principale è quello di essere discreti. L’idea alla base di questo tipo di soluzione trasparente è quella di offrire un’alternativa più estetica ai tradizionali apparecchi in metallo in modo che il paziente si senta più comodo e sicuro di sé. 
Possiamo distinguere un’ampia varietà di tipologie di apparecchi invisibili. A seconda di fattori come l’età, le esigenze orali o le possibilità d’acquisto, sarà più consigliabile scegliere un metodo o un altro.
Le diverse opzioni dentali invisibili che esistono possono essere divise in due famiglie: apparecchi fissi e apparecchi rimovibili.

Splintaggio (branca Ortodonzia)

E’ una tecnica che permette di stabilizzare la posizione dei denti a conclusione di una cura ortodontica oppure in presenza di denti con una leggera mobilità. Si esegue mediante un filo che viene fissato sulle superfici interne dei denti interessati. Di norma si impiega un filo metallico oppure un nastro composto da fibra di vetro e resina biocompatibili.
Lo splintaggio dentale serve per mantenere e consolidare il risultato raggiunto o con la terapia ortodontica o con la terapia parodontale (piorrea). Infatti i denti sono sempre mobili e questa normale mobilità è più accentuata al termine della terapia ortodontica o nelle condizioni in cui vi è un ridotto supporto osseo. Per questo motivo lo splintaggio viene applicato in quei casi nei quali è necessario attivare un processo di immobilizzazione  per stabilizzare i denti, evitando che tornino alla posizione originaria.

Esposizione o estrazione dei canini inclusi

L’intervento consiste nell’aprire una breccia mucosa e ossea del palato, quindi collegare un filo ortodontico sulla superficie del canino incluso da un lato e l’altro su un punto di ancoraggio applicato all’arcata dentaria. La forza di trazione esercitata nel tempo sul filo, abbinata alla contemporanea terapia ortodontica in atto, favorisce lo spostamento del canino che viene tirato fuori, disincluso, guidato ed allineato in arcata.

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